Il settore della canapa industriale ha recentemente celebrato una vittoria cruciale grazie alla decisione del TAR del Lazio, che ha sospeso il decreto del Ministero della Salute. Il decreto, se attuato, avrebbe inserito il cannabidiolo (CBD) nella tabella delle sostanze stupefacenti, limitando drasticamente la vendita di prodotti contenenti questa sostanza e mettendo a rischio migliaia di aziende e lavoratori. La sospensione, tuttavia, garantisce una boccata d'ossigeno per il nostro settore, ma la battaglia non è ancora finita.


Una vittoria per il settore della canapa industriale

La decisione del TAR rappresenta una svolta significativa per l'industria della canapa in Italia. Se il decreto fosse stato applicato, avrebbe vietato la vendita di prodotti a base di CBD in negozi, erboristerie e tabaccai, restringendone la distribuzione esclusivamente alle farmacie, con prescrizione medica. Questo provvedimento avrebbe portato gravi danni economici, minacciando il futuro di circa 13.000 lavoratori e oltre 3.000 aziende, tra cui la nostra.
Il TAR ha riconosciuto i rischi economici e sociali che l’applicazione del decreto avrebbe comportato. Noi di CanaPuglia, da oltre dieci anni impegnati nella promozione della canapa come risorsa naturale e sostenibile, siamo fieri di essere parte di questa battaglia per la difesa di un settore in crescita, che non solo genera occupazione, ma contribuisce attivamente a costruire un'economia più verde e innovativa.

CanaPuglia: la nostra missione e il nostro impegno

Sin dalla nostra fondazione nel 2011, il nostro obiettivo è stato quello di promuovere l’uso sostenibile della canapa in vari settori: dall’alimentare all’edilizia, fino all’agricoltura. Abbiamo reintrodotto la coltivazione della canapa in Puglia dopo oltre 50 anni di abbandono, e continuiamo a investire in ricerca, formazione e sviluppo di prodotti innovativi che possano migliorare la qualità della vita delle persone e ridurre l’impatto ambientale.

Siamo convinti che la canapa rappresenti una risorsa chiave per il futuro. I nostri corsi di formazione hanno già coinvolto oltre 1.200 persone da tutta Italia, e siamo determinati a continuare su questa strada, promuovendo la conoscenza e la diffusione di questa pianta dai molteplici usi.

La battaglia in Parlamento

La Camera dà il via libera alla stretta sulla cannabis light, contenuta nell'articolo 18 del ddl sicurezza. L'articolo 18, approvato senza modifiche, interviene sulla legge 242 del 2 dicembre 2016, ovvero sulle "disposizioni per la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa" prevedendo il divieto dell'"importazione, la cessione, la lavorazione, la distribuzione, il commercio, il trasporto, l'invio, la spedizione e la consegna delle infiorescenze della canapa coltivata", anche "in forma semilavorata, essiccata o triturata, nonché di prodotti contenenti o costituiti da tali infiorescenze, compresi gli estratti, le resine e gli oli da esse derivati". Si applicano, dunque, "le disposizioni sanzionatorie previste dal titolo VIII del testo unico di cui al decreto del presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, numero 309, su stupefacenti e le sostanze psicotrope. L'Aula ha bocciato, tra gli altri, anche un emendamento di Azione, votato in parte a scrutinio segreto, che puntava a salvaguardare "iprodotti finali" che rispettassero "le normative nazionali vigenti al 31 agosto 2024".

Coldiretti annuncia battaglia: "L'approvazione della norma sulla cannabis light, contenuta nell'articolo 18 del ddl sicurezza da parte dell'Aula della Camera, rappresenta la conferma che "non si vogliono ascoltare le richieste di un intero comparto che ora rischia letteralmente di sparire". L'associazione dei coltivatori diretti aggiungono che "le aziende che in questi anni hanno investito in questo settore e che ora che si vede la cannabis light equiparata a quella non light, rischiano di perdere quanto costruito in questi anni".
"L'approvazione che arriva dalla Camera - aggiunge -danneggia pesantemente le aziende agricole visto che tra le modifiche introdotte, in particolare c'è quella del divieto di importazione, cessione, lavorazione, distribuzione, commercio, trasporto, invio, spedizione e consegna delle infiorescenze della canapa (Cannabis sativa L.), anche in forma semilavorata, essiccata o triturata, nonché di prodotti contenenti tali infiorescenze, compresi gli estratti, le resine e gli olii da
esse derivati". Coldiretti ricorda che "di fatto l'infiorescenza della canapa rappresenta una parte fondamentale del valore aggiunto della pianta, e vietarne la raccolta e l'essicazione rischia di far crollare un intero settore dove sono impegnati tanti giovani agricoltori". L'associazione afferma di aver "espresso più volte la necessità di tutele per gli agricoltori che producono canapa in piena legalità, come pure riconosciuto dalla normativa europea anche per rispondere a mercati come quelli della nutriceutica, della cosmetica, dell'industria o dell'arredo. La nostra speranza e quella delle migliaia di coltivatori agricoli di canapa è quella che ci possa essere un necessario ravvedimento al Senato", conclude.

Anche Cia-Agricoltori Italiani annuncia proteste: "Si tratta di "un intervento puramente ideologico, che rischia di annientare una filiera ad alto valore aggiunto guidata da giovani". "Non gettiamo la spugna, l'iter non è finito - fa sapere il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini - continueremo a lavorare con i parlamentari e con tutte le associazioni per un sito differente al Senato. È inaccettabile e ingiusto bloccare in questo modo una delle filiere di eccellenza del Made in Italy agroindustriale, che già oggi vale 500 milioni di fatturato annuo e conta più di 10 mila posti di lavoro in tutta Italia, con un enorme potenziale produttivo tra cosmesi, erboristeria, bioedilizia, florovivaismo, tessile, tutti settori che non c'entrano nulla con il mercato delle sostanze stupefacenti".
Piuttosto, aggiunge Fini, "c'è bisogno di un confronto approfondito con gli operatori del settore, partendo dalla convocazione del Tavolo di filiera dedicato presso il Ministero dell'Agricoltura, per garantire un quadro normativo chiaro ed
equo. Se il provvedimento non verrà stoppato, infatti, non solo chiuderanno migliaia di imprese con effetti diretti anche sull'export, in un mercato che vale più di 2 miliardi solo in Europa, ma gli agricoltori, con gli altri segmenti della filiera, saranno costretti a e costosi ricorsi in sede giuridica, pur di vedersi riconosciuti diritti previsti dalle normative comunitarie". Basti pensare, conclude la nota, alla sentenza del Tar del Lazio, che proprio ieri ha sospeso il decreto del Ministero della Salute che inseriva le composizioni orali contenenti cannabidiolo (CBD) nella tabella delle sostanze stupefacenti.


La strada da percorrere: continuare a combattere

Nonostante la sospensione del decreto, sappiamo che la nostra battaglia non è conclusa. L’udienza di merito presso il TAR del Lazio è fissata per il 16 dicembre 2024, e fino ad allora il futuro della cannabis light rimane incerto. Ma non ci scoraggiamo: siamo pronti a lottare per difendere il nostro settore e le persone che lavorano in esso.

Il mercato della cannabis legale è in costante crescita e, con esso, anche la nostra determinazione a farlo prosperare. CanaPuglia continuerà a offrire prodotti di alta qualità e soluzioni sostenibili, portando avanti la sua missione di promuovere un modello di sviluppo ecocompatibile. La canapa ha dimostrato di essere una risorsa preziosa per l’economia, la salute e l’ambiente, e siamo convinti che continuerà a esserlo in futuro.

Conclusioni

La sospensione del decreto sul CBD rappresenta una vittoria temporanea, ma dobbiamo continuare a vigilare e a combattere per proteggere questo mercato in espansione. Il nostro impegno, come CanaPuglia, è quello di continuare a educare, formare e promuovere la canapa come risorsa sostenibile, garantendo al tempo stesso il futuro dei lavoratori e delle imprese del settore.

Insieme, possiamo far crescere un'industria che rappresenta il futuro dell'economia verde, e continueremo a tenervi aggiornati sugli sviluppi fino alla sentenza definitiva. La nostra amata cannabis light merita di essere riconosciuta per il suo valore, e noi faremo tutto il possibile per garantirlo.